Questo è il racconto del mio primo viaggio prettamente fotografico fatto fuori confine e fuori continente e soprattutto dopo la pandemia. Il viaggio è del marzo 2024, lo scrivo solo ora perché dopo un anno è giunto il momento, l’esperienza deve rimanere viva e le foto devono riprendere vita, finora non le ho pubblicate e si meritano il loro spazio nel mio blog. Così che io possa poi scegliere con calma le migliori e più significative per un bel fotolibro e soprattuto da non arrivare ad accavallarsi con il prossimo grande viaggio che è alle porte!
Iniziamo
Era da in po che ci pensavo ed è stato bello iscriversi con un amico a questo tour. D’altronde è stato il mio personale premio per i miei sessant’anni e per avere superato un paio di operazioni.. Ma siamo propositivi e cominciamo a raccontare, in più episodi, vista la bellezza del viaggio, questa mia esperienza che come tutte le storie inizia da lontano. Inizia da chiedere il passaporto un anno prima, ah! Essere previdenti!
Ci si prepara con entusiasmo, seguendo le utili e precise istruzioni dell’organizzazione (vestiario, setup fotografico, ecc ecc) e finalmente arriva il giorno della partenza e qua subito un bel imprevisto. La compagnia aerea sposta i nostri voli (Malpensa- Casablanca-Marrakech) dal mattino alla notte (partenza alle 23 in poi e arrivo il giorno successivo a Marrakech.. causa ritardo aereo) provando a farci perdere un giorno intero di viaggio. Ma grazie all’intraprendenza dell’organizzatore arrivati a Casablanca dopo l’una del mattino ci fa trovare un van per portarci a Marrakech giusto in tempo per il the del mattino. La giornata fotografica è salva!
Il Riad in centro alla medina di Marrakech
La Medina
Pronti via, insomma dopo una notte in van! Ma carichi di entusiasmo si inizia per un giro nella Medina. Sono stato catapultato, senza quasi accorgermene, da una paese all’altro, devo ancora ambientarmici. Vicoli, colori, sapori, abiti, asini, folla, calore, c’è di tutto e di più!
La prima cosa che si nota è che la città purtroppo porta ancora i segni del terremoto. Ma qua non demordono e la Medina brulica di attività. È una città vivissima!
Ma basta solo guardarsi attorno e i suoi stretti vicoli offrono scorci architettonici interessanti.
I portoni, le strade, la gente nei vicoli, tutto è affascinante. Gli asini anche loro sono un soggetto tipico.
I giochi di luce ed ombra nei stretti vicoli, i motorini che che accompagnano col loro rumore la vita della medina.
Il mercato
Un gioco di colori, di folla di un misto di residenti e turisti. Spezie e babbucce, oggetti di ogni tipo. C’è cosi tanto da fotografare che è quasi un impresa!
E poi i colori degli oggetti, tanti e ancora tanti.
Gli stretti bazar zeppi di merci. Il caldo è molto forte e molti vicoli sono coperti con stuoie per smorzare la luce del sole.
Anche un sguardo per la strada è sempre interessante!
La terrazza

Uno dei traguardi fotografici iconici di Marrakech è di avere almeno una fotografica della piazza Piazza Jamaa el Fna. Raggiungiamo con largo anticipo il nostro posto sulla terrazza per aspettare il calo del sole e conquistiamo un poco all volta in nostro spazio per posizionare il nostro cavalletto. Luci e sapori sono tutti attorno e sotto di noi.
Basta aspettare un po di tempo e poco a poco arriva la magia dell’ ora blu!
Ed ecco finalmente la foto tanto attesa nell’ ora blu.
Il rientro al Riad
La giornata sembra finita, invece no. Dobbiamo tornare al riad per la cena e nel farlo siamo obbligati ad un passaggio fra la folla di una calca inverosimile e siamo contro corrente. Tutti vogliono entrare nella piazza e noi vogliamo uscirne. Soprattutto integri e non spintonati! Ma anche qua abbiamo delle belle occasioni fotografiche da portare nei nostri ricordi.
La giornata
Come riassumere l’emozione del primo giorno? Il viaggio con il suo imprevisto, la notte in van. The di benvenuto a gogo in ogni dove. Gli occhi che dovevano ambientarsi a tutte le meraviglie che ci circondano e fare il tutto in una sola giornata. Sicuramente la sola Medina di Marrakech meriterebbe qualche giorno in più ma noi dobbiamo salutarla, domani ci attende il viaggio verso le montagne dell’Atlante per poi raggiungere il deserto.
FINE PARTE PRIMA